Sono sempre più numerose le evidenze scientifiche che dimostrano un
legame tra attività fisica e riduzione del rischio di sviluppare un tumore, oltre
agli effetti positivi che l’attività
fisica può avere nella malattia oncologica. Si stima che la sedentarietà sia la
causa del 10-16% di tutti i casi di tumore.
Gli effetti positivi comprendono modificazioni a livello
cardiovascolare, polmonare, endocrino, metabolico, del bilancio energetico,
della risposta immunitaria, dei processi antiossidanti e di riparazione del
DNA. Studi sperimentali hanno evidenziato che l’esercizio fisico riduce la
comparsa del cancro al seno e di quello intestinale (1). Già nel 1994 Bernstein
e coll. (7) avevano documentato una significativa riduzione del rischio di
cancro in donne attive fisicamente, in particolare in quelle che svolgevano un
minimo di esercizi fisici di 3,8 ore settimanali. Altri studi hanno dimostrato
che il rischio di sviluppare cancro al seno per donne che avevano fatto sport per l’intera vita
risultava sostanzialmente ridotto sia per attività leggera che agonistica (2,3).
Studi epidemiologici hanno evidenziato un minor rischio di recidive e un
aumento della sopravvivenza in pazienti affetti da cancro al seno, alla
prostata e al colon-retto in individui attivi (4,5,6)
L’esercizio fisico riduce il BMI (body mass index), il sovrappeso e
l’obesità che sono tra i principali fattori di rischio (8). Riduce i livelli di
ormoni circolanti, in particolare di estrogeni, diminuisce i livelli di
glicemia. Modula l’infiammazione e il sistema immunitario (2,11) oltre a migliorare
le capacità aerobiche, la flessibilità, la forza. Incrementa i livelli di
endorfine circolanti che contribuiscono a migliorare l’umore e l’autostima,
migliorando la percezione della propria immagine corporea.
L’attività fisica contribuisce anche a ridurre, attenuare e prevenire
gli effetti a lungo termine della terapia oncologica.
E’ importante valutare il tipo,
l’intensità, la durata e la frequenza dell’esercizio fisico.
Sono più efficaci gli esercizi aerobici (camminata veloce, corsa,
ciclismo, nuoto) di intensità moderata,
pari al 70% del massimo consumo di ossigeno (VO2 max). Per valutare questo è
necessario sottoporsi ad un test cardiopolmonare che permette di prescrivere
l’attività fisica in modo corretto e più
efficace. Si consiglia, secondo le linee guida dell’ ACSM (America College of
Sport Medicine) di svolgere attività fisica aerobica almeno 3 volte alla
settimana, per una durata di almeno 40 min (9). Ideale è utilizzare un
cardiofrequenzimetro che permette di monitorare la frequenza cardiaca indicata
dal medico nella prescrizione e calcolata attraverso il test cardiopolmonare.
Dal 2012 presso il Centro di Medicina dell’Sport dell’Università di
Pavia, in collaborazione con la Breast Unit della Fondazione S. Maugeri di
Pavia, un progetto integrato per comprendere gli effetti dell’esercizio fisico
in ambito oncologico, recluta donne operate di cancro alla mammella a cui viene
prescritta l’attività fisica in modo personalizzato.
I dati preliminari hanno evidenziato un miglioramento significativo
del massimo consumo di ossigeno (VO2max), che risulta strettamente correlato
con il cancro. I pazienti con una storia di cancro hanno infatti mostrato
livelli inferiori di VO2 max del 30% rispetto alla popolazione sana (10).
Spesso le donne riferiscono la
difficoltà a trovare il tempo per svolgere attività fisica, ma questa deve
diventare parte della vita quotidiana e deve essere intesa come una vera
terapia.
Il ruolo dell’esercizio fisico è importante non solo nella prevenzione
del rischio oncologico, ma risulta efficace anche come strumento terapeutico
nella fase di malattia attiva e nel recupero dopo la guarigione: migliora le
capacità funzionali e di lavoro, migliora la qualità della vita, contrasta
alcuni effetti collaterali dei trattamenti specifici, previene le recidive e
riduce la mortalità().
La prescrizione dell’esercizio deve quindi essere parte integrante in ambito
oncologico (12).
Pavia - Pink Run 2015 |
Bibliografia.
1. Izzotti A, Di Marco B, Physical activity and cancer preventinon. Med J Surgery Med 2005; 13: 15-24
2. Freidenreich C, Physical activity and risk of breast cancer. Eur J of Cancer Prev 2001; 10: 15-32a
3. Verllop J, Rookus M, Van der Kooy et al. Physical activity and breast cancer risk in women aged 20-54 years. J Natl Cancer Inst 2000; 92: 128-135
4. Lahart et al. Acta Oncol 2015; 54: 635-654
5. Bonn et al. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2015; 24: 57-64
6. Je et al. Int J Cancer 2013; 133: 1905-1913
7. Bernstein
8. Park J et al. Nat Rew Endocrinol 2014; 10:455-465
9. ACSM(American College of Sports Medicine) – Position Stand. Medicine and Science in Sports and Exercise 2011
10. Jones LW et al. Cancer 2008; 113: 3430-3439
1. Izzotti A, Di Marco B, Physical activity and cancer preventinon. Med J Surgery Med 2005; 13: 15-24
2. Freidenreich C, Physical activity and risk of breast cancer. Eur J of Cancer Prev 2001; 10: 15-32a
3. Verllop J, Rookus M, Van der Kooy et al. Physical activity and breast cancer risk in women aged 20-54 years. J Natl Cancer Inst 2000; 92: 128-135
4. Lahart et al. Acta Oncol 2015; 54: 635-654
5. Bonn et al. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2015; 24: 57-64
6. Je et al. Int J Cancer 2013; 133: 1905-1913
7. Bernstein
8. Park J et al. Nat Rew Endocrinol 2014; 10:455-465
9. ACSM(American College of Sports Medicine) – Position Stand. Medicine and Science in Sports and Exercise 2011
10. Jones LW et al. Cancer 2008; 113: 3430-3439
11.Cust
AE, Amstrong BK, Friedenreich CM et al. Physical activity and endometrial
cancer risk: a review of the current evidence, biologic mechanism and the
quality of physical activity assessment methods. Cancer Causes Control
2007; 18: 243-25
12. Linee
Guida dell’esercizio fisico in oncologia. Medicina dello Sport vol. 66, suppl.1
al n.2 Giugno 2013
Nessun commento:
Posta un commento